Il country club by Howard Owen

Il country club by Howard Owen

autore:Howard Owen [Owen, Howard]
La lingua: ita
Format: epub
Tags: Fiction, Thrillers, Suspense
ISBN: 9791280284129
Google: ZC2IzgEACAAJ
editore: NN
pubblicato: 2021-03-15T10:52:31+00:00


capitolo tredicesimo

Sabato

La mia prima missione di oggi è trovare Bump Freeman. Richard Slade non sa dove viva di preciso, e non posso certo prendere il telefono e chiamarlo in carcere per avere delucidazioni. Così parto alla volta dell’East End.

L’East End è un quartiere in cui gli abitanti, se non ti conoscono, non si fidano nemmeno a dirti l’ora, ma comunque sono le nove e mezza quando arrivo davanti alla casa di Philomena Slade. Dopo un po’ di tira e molla decide che forse davvero sto ancora cercando di aiutare suo figlio.

«Quindi sei dalla nostra parte o no?» mi chiede da dietro la controporta, con le braccia incrociate come un buttafuori.

«Sono sempre stato dalla vostra parte, Philomena».

«Allora chi era quel bianco che mi hai portato ieri?».

Le spiego con grande franchezza che mi hanno tolto il caso, ma continua comunque a torchiarmi un altro po’.

Poi sospira e, finalmente, mi apre.

«Sei come uno di quei doppiogiochisti» dice. «Un colpo al cerchio e uno alla botte».

Vorrei dirle che lo faccio da sempre, e che finora ha funzionato.

«Un giorno» dice, con le mani piantate sui fianchi «dovrai scegliere una squadra».

Philomena mi dice che Bump vive con la zia nella loro stessa strada, due isolati più su, e mi dà il numero civico.

«Dopo che Richard è stato condannato, Bump non è riuscito a guardarmi negli occhi per vent’anni» dice. «Quel ragazzo ha sempre creato problemi. Credo che sia stato lui a convincere Richard e gli altri ad andare al laghetto dei bianchi quella sera».

La ringrazio e mi avvio verso la porta.

«Aspetta». Mi volto e vedo che si sta infilando il cappotto. «Se non ti conoscono, non ti diranno niente».

La ringrazio ancora. Mi rivolge uno sguardo severo.

«Non è per te. È per Richard».

Il quartiere peggiora velocemente dalla casa di Philomena alla nostra destinazione. La casa della zia di Bump Freeman è a metà dell’isolato e si presenta meglio di quelle che ha intorno. Un paio sembrano abbandonate, in attesa di diventare una dimora per gli spacciatori o un rifugio per la sempre più numerosa popolazione dei senzatetto della nostra ridente città.

A quanto pare l’arrivo di un individuo dalla pelle apparentemente bianca, pur se accompagnato da una delle cittadine più affidabili del quartiere, basta a far scattare l’allarme. Infine una signora che avrà più o meno l’età di Philomena socchiude la porta e chiede, in modo non troppo amichevole: «Cosa volete?».

Inizio a parlare, ma poi la mia accompagnatrice interviene e si sobbarca il grosso del lavoro, spiegando che vogliamo solo capire se Bump può confermare gli spostamenti di suo figlio nelle ore precedenti il momento in cui il cervello di Alicia Simpson ha imbrattato l’abitacolo della sua bella macchina nuova.

«Bump non ha fatto niente. Sono quasi due anni che è pulito» comincia a protestare la donna. Philomena dice che lo sa, ma che Richard e Bump si sono bevuti una birra al molo e che se Bump testimoniasse potrebbe aiutare Richard.

«Bump non ha fatto niente» ripete la donna. «Ha detto che voleva solo vedere Richard e parlarci, e magari tornarci amico».



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